giovedì 28 settembre 2006

Una volta al mese sorridi conrad!

Vado a versare il mio stipendio in banca. La porta mi guarda e mi fa entrare. Gira. Entrato, sulla sinistra c'è l'ufficio del consulente che mi vede perchè ha la porta aperta. Il mio aspetto è da utente non abituale di centro sociale perciò il consulente non solo mi vede, mi guarda pure. La piccola agenzia è deserta. A parte uno che ci sta una vita.
Mentre aspetto mi dondolo in piedi, poi lentamente mi muovo e vado a guardare fuori dalla porta a vetri che si trovava alle mie spalle quando sono entrato. E' l'uscita di sicurezza, si capisce dal maniglione antipanico rosso. Il consulente mi trova curioso. Io con la coda degli occhi vedo lui fare un piccolo movimento, la camicia celeste del braccio destro ondeggiare leggermente e subito sento un piccolo click. Secondo me ha bloccato l'uscita di sicurezza, non si sa mai avessi avuto un compare di fuori con il motore acceso della macchina.
Quello che sta prima di me allo sportello non ha ancora finito. Aspetto.
Si apre la porta girevole ed entra un ragazzo altissimo vestito quasi tutto di nero se non fosse per la camicia bianca. Ha l'accento del nord. Il ragazzo mi passa avanti anzi no, saluta il consulente, il cassiere, attraversa l'agenzia ed entra in una stanza che si trova in fondo dall'altra parte. Chiude la porta dietro di sè. Da qui lo sento parlare con una ragazza. Mi volto dalla parte della porta girevole perchè nel frattempo ha girato. E' uscito un signore sulla sessantina, anche lui vestito come il ragazzo altissimo. Ha la pelle grigia, forse è la luce al neon della stanza, solo che io e il cassiere non siamo grigi. Il cliente prima di me non lo so, lo vedo solo di spalle. Il signore che è appena entrato ha le gambe corte. Anche lui saluta il consulente che si alza dalla sedia, gli stringe la mano e gli dà del tu. Io li guardo entrambi e loro mi vedono. Poi l'ultimo entrato si mette una mano in tasca. Puzza di tabacco misto a arrogance for men, si sente ogni volta che si muove.
Il cliente davanti a me ha finito e se ne va.
Mi avvicino allo sportello con l'assegno in mano. Dietro di me non c'è nessuno. Mentre il cassiere fa qualcosa che non so, mi guardo intorno perchè l'atmosfera all'improvviso non mi piace. Guardo verso la porta girevole e vedo che c'è una signora che vorrebbe entrare ma la porta non si muove. L'uomo con le gambe corte da dentro le fa cenno che la banca è chiusa e la signora se ne va.
Cominciano a spegnere le luci al neon all'interno della piccola agenzia. Ne resta accesa una sopra la testa del cassiere. Dall'altra stanza non sento più parlare. Sento scattarne la serratura della porta ma l'aria nella banca non si muove. Non esce nessuno da quella stanza. Mi volto verso di essa e vedo che anche lì, sulla porta, c'è scritto "consulente". La porta è socchiusa e la stanza all'interno è buia. Sento il cassiere spegnere il computer. Si spegne anche la luce sopra la sua testa. Mi volto e adesso il cassiere porta un paio di occhiali da sole. A questo punto da dietro sento aprirsi la porta della stanza in fondo. Sento i passi ticchettanti veloci di quattro scarpe. E sento due voci ridere. Mi volto e dietro di me, in piedi, c'è il ragazzo altissimo con una ragazza con i capelli rossi. Mi guardano e si mettono a ridere ancora di più. Adesso anche il cassiere, alle mie spalle ride. Poi dall'ufficio del consulente sento la voce dell'uomo grigio urlare:"QUESTA E' UNA RAPINA! LA BANCA E' SORVEGLIATA DALLE TELECAMERE A CIRCUITO CHIUSO PERCIO' DACCI TUTTO E SORRIDI!"
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6 commenti:

Viola ha detto...

quanto è alto il tuo stipendio per mobilitare tutta questa gente per rapinarti?
ok, scusa, mi faccio i cazzi miei!

Conrad ha detto...

"Non serve avere dei soldi per farsi rapinare da una fottuta banca del cazzo!"
così dice un proverbio della strada.:)

Conrad ha detto...

Troppo tardi, il conto non ce l'ho più. Me l'hanno rubato! :)

Anonimo ha detto...

e basta mo...

Viola ha detto...

ma sei ancora vivo?

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie