giovedì 7 gennaio 2010

La storia di Uno e Due (seconda parte)

A capodanno Uno e Due si sono incontrati diverse ore dopo la mezzanotte.
Uno sapeva dove avrebbe dovuto cercarla, Due seppe essere prevedibile e fu trovata.
Ma Uno non riusciva a cavalcare la voglia indescrivibile che aveva di volerla incontrare, si sentiva stranamente debole e senza fiato, si scoprì tremare dalla tensione e non riusciva nemmeno a sorridere. Avrebbe voluto poter allungare la strada di cento chilometri e invece Due adesso era lì, due pandori piu in là, ecco ora l'aveva visto.
Uno provò la sensazione che Due fosse un po' sfatta, non molto in forma, c'era un velo di stanchezza che le aveva sporcato le labbra.
E Uno in quel momento era un innamorato che non riusciva a sorridere.
Ad un tratto la magia.
La magia che ormai Uno conosceva bene, lo sguardo che Due gli iniettava da mesi e che ogni volta lo invitava a volerne ancora.
Ma questa volta stava andando diversamente. La magia no, non stava succedendo, lei sapeva come far squillare gli occhi ma ora non ci stava riuscendo, era semplicemente stanca.
Uno si accorse che no, stavolta niente succedeva. Era semplicemente stanco di sentirsi in una scatola piena di zucchero in cui si soffoca "grazie per avermi fatto dormire nel tuo letto ed avermi lasciato al freddo e al gelo" e se ne andò.
L'augurio reciproco di un anno ancora da passare ad amarsi silenziosi quella notte non si concretizzò.
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